Gazeta Buenos Aires - Anche la situazione politica può accelerare l'invecchiamento

Anche la situazione politica può accelerare l'invecchiamento

Anche la situazione politica può accelerare l'invecchiamento

(EMBARGO: 17)Studio, età biologica riflette mondo in cui viviamo

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(EMBARGO ALLE 17) Non è certo l'unico fattore, ma anche la situazione politica di un Paese può influenzare il modo in cui i propri cittadini invecchiano. Lo conferma uno studio coordinato dal Trinity College Dublin e pubblicato oggi su Nature Medicine. "L'invecchiamento è un processo di cambiamenti biologici e di salute che si verificano nel tempo e che sono influenzati da una combinazione di fattori biologici, comportamentali e ambientali", scrivono i ricercatori, che nello studio hanno misurato l'effetto combinato di tutti questi fattori, definiti 'esposoma'. Il team ha analizzato i dati relativi a campioni di cittadini residenti in 40 paesi (tra cui l'Italia) in 4 continenti, scoprendo che una parte di loro sperimenta un invecchiamento accelerato (hanno cioè una età biologica più alta rispetto a quella cronologica). Queste persone, rispetto ai coetanei che presentano un invecchiamento più lento, hanno una probabilità fino a otto volte più alta di avere una ridotta capacità di svolgere le attività quotidiane e quattro volte più alta di soffrire di declino cognitivo. Lo studio ha inoltre mostrato che l'invecchiamento accelerato era più pronunciato nei paesi a più basso reddito, come Egitto e Sudafrica, mentre i paesi europei, come Germania, Francia e Italia, mostravano tassi più elevati di invecchiamento sano. Le differenze tra i paesi erano legate a quel mix di fattori definito esposoma, che va dalla qualità dell'aria all'uguaglianza socioeconomica e di genere fino ai fattori sociopolitici, come il modello di rappresentanza politica, la presenza di partiti, il diritto di voto. "La nostra età biologica riflette il mondo in cui viviamo. L'esposizione all'aria tossica, l'instabilità politica e la disuguaglianza, ovviamente, influenzano la società, ma plasmano anche la nostra salute", afferma in una nota il coordinatore dello studio Agustin Ibanez. "Dobbiamo smettere di pensare alla salute del cervello come a una responsabilità puramente individuale e considerare un quadro più ecologico e «neuro-sindemico»", conclude.

D.Medina--GBA