

Sciopero e presidio all'ex Ilva di Taranto, 'basta con ricatti'
Iniziato a palazzo Chigi l'incontro governo-sindacati
"E' solo l'inizio cara azienda, è un ricatto occupazionale alzare i numeri della cassa integrazione. Salute, ambiente e occupazione: non si ricattano i lavoratori. Il rilancio di un'azienda non è mandare a casa i lavoratori. Produzione, rispetto per la città e i lavoratori. Non ci sono lavoratori di serie A e serie B". Così alcuni delegati sindacali, che hanno acceso fumogeni e preso la parola ai megafoni durante il presidio di lavoratori di AdI in As, di Ilva in As e dell'appalto davanti alla portineria Direzione dello stabilimento siderurgico di Taranto. Una iniziativa assunta da Fim, Fiom e Uilm in occasione dello sciopero di 4 ore in tutti i siti del gruppo, in concomitanza con la riunione del tavolo permanente per l'ex Ilva che si tiene presso la presidenza del Consiglio dei ministri. A Taranto è stato predisposto un maxischermo per il collegamento video con Palazzo Chigi. Il vertice con il governo è stato sollecitato per avere aggiornamenti della situazione sia alla luce dell'incidente di qualche giorno fa all'altoforno 1, con il conseguente annuncio di raddoppiare la cassa integrazione dei lavoratori, sia per avere chiarezza sul futuro del gruppo a seguito della gara di assegnazione dello stesso mentre è in corso un negoziato con gli azeri di Baku Steel. "A seguito di una valutazione dell'esito dell'incontro a Palazzo Chigi - hanno avvertito Fim, Fiom e Uil - verranno decise ulteriori iniziative per chiedere, come fatto in questi anni di lunghissima vertenza, una fabbrica rispettosa di ambiente, salute e occupazione".
L.Carrizo--GBA